Il romanzo ha come oggetto la condizione umana durante la
dittatura e mostra come un regime autoritario possa influire perfino sulla vita
intima dei cittadini. Il libro è focalizzato sulla condizione femminile e la
trama si sviluppa attorno a tre donne e alle loro vicende: la protagonista, la
alawita ‘Anat, che aspetta la liberazione del suo compagno Jawad, detenuto per
circa quindici anni, e le sue due amiche, Mayyasa e Doha, anch’esse in attesa
dei mariti in carcere. La prima, che ha vissuto l’esperienza della prigionia,
cerca di resistere alla tentazione di trovarsi un altro uomo, la seconda invece
non esita a chiedere il divorzio.
I “guardiani dell’aria”, cui si riferisce il
titolo, sono i servizi segreti che penetrano nel privato dei cittadini. Il
titolo è doppiamente significativo: l’aria può essere una metafora sia del
fatto che i servizi segreti vigilano su elementi inesistenti, arrestando e
torturando innocenti, sia del fatto che il loro controllo giunge a intaccare
perfino l’aria che si respira
Il romanzo inizia
nella Siria degli anni ’80, periodo in cui il governo di Hafez al-Asad pratica una politica di dura repressione
della libertà di espressione e di qualsiasi forma di pluralismo politico,
determinando, da un lato, lo smantellamento dei sindacati, dall’altro l’arresto
di migliaia di militanti di partiti di sinistra e di nazionalisti arabi e
l’esilio volontario di moltissimi intellettuali.
I “guardiani
dell’aria”, cui si riferisce il titolo, sono, quindi, i servizi segreti che
penetrano nel privato dei cittadini.
TRAMA
La vicenda si svolge
a Damasco, tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio della rivoluzione siriana.
La protagonista,
‘Anat Ismail, lavora all’Ambasciata del Canada
di Damasco come traduttrice-interprete per Jonathan Green,
rappresentante dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. La
giovane donna, incinta, attende la liberazione del suo compagno, Jawad, un
druso gettato in carcere per l’appartenenza a un’organizzazione comunista
clandestina, e si sforza di restargli fedele, nonostante la solitudine e la
frustrazione sessuale.
Alla storia di
‘Anat si intrecciano le vicende dei rifugiati, di cui la giovane traduce
quotidianamente le testimonianze, e che, in maggioranza, appartengono a
minoranze etniche o religiose.
Nella stessa
situazione di ‘Anat si trovano le sue amiche Mayyasa e Doha, che attendono la
liberazione dei rispettivi mariti, che si trovano in carcere per motivi
politici. Mentre Mayyasa, pur tentata dalla prospettiva di tradire il marito,
riesce a restargli fedele, Doha, dopo qualche esitazione, abbandona il marito
in carcere e chiede il divorzio.
Il romanzo si
sviluppa attorno a tre coppie di
personaggi: la prima coppia è formata dalla protagonista, la alawita ‘Anat, e
dal suo compagno Jawad, che rimane
detenuto per circa quindici anni. La seconda coppia è formata da Hasan, il
padre della protagonista, un anziano
vedovo, e dal fantasma
della sua prima moglie, morta giovanissima. Alle prese con
il proprio desiderio sessuale prorompente, l’anziano sogna dapprima di avere
rapporti sessuali con la prima moglie,
quindi si innamora di una giovane spagnola che crede la reincarnazione
della defunta. La terza coppia è
costituita da Mayyasa e da suo marito Iyad, una coppia divisa e, al tempo stesso accomunata,
dall’esperienza del carcere: entrambi i coniugi vengono infatti arrestati per
motivi politici.
L’esperienza della
prigionia, della tortura e della separazione dai propri cari stravolge
l’esistenza dei protagonisti, portandoli a percorrere cammini non liberamente
scelti e ad abbandonare un futuro soltanto sognato.
Un ruolo centrale
nel romanzo assume la rappresentazione dell’amore e del sesso: l’ elemento che
accomuna le tre coppie è il fallimento della relazione amorosa e la ricerca di
soddisfazione altrove. La liberazione dalla prigione dei militanti, attesa e lungamente
sognata, si rivela un doloroso momento della verità per le due coppie separate
dalla prigionia: Jawad, finalmente
libero dopo quindici anni di carcere, sposa ‘Anat, ma poi emigra all’estero, per
cercare una vita migliore, in modo che la moglie possa raggiungerlo. La
separazione dal corpo dell’amata, che lo ha tormentato nei lunghi anni della
prigionia, si concretizza in una nuova separazione. Anche Iyad e Mayyasa, dopo
la scarcerazione, non riescono a ritrovare l’intesa spirituale e sessuale né la
felicità e la donna si rifugia nella filosofia macrobiotica.
Hasan, infine, ha
una vita sessuale soltanto immaginaria, vissuta con il fantasma della prima
moglie, poi il rapporto spettrale viene
sostituito dalla relazione platonica con la ragazza spagnola, da lui creduta la
reincarnazione della moglie.
Il corpo acquisisce
dunque un ruolo centrale, mezzo di espressione dei conflitti interiori frutto
della violenza di un regime che non lascia spazio all’individuo. Il desiderio
si mescola alla sofferenza, la perversione all’amore, il sesso alla pornografia
come a testimoniare che, laddove la parola non è libera, si genera una
confusione linguistica che investe tutta la sfera dell’esistenza umana.
OPINIONE
Questo libro ci presenta alcune delle tematiche centrali
della politica e della società della Siria contemporanea, dalla lotta contro la
tirannia del regime, ai rapporti tra confessioni religiose diverse, al futuro
incerto delle giovani generazioni che cercano rifugio all’estero.
Il romanzo ci consegna
una fotografia nitida della Siria alla vigilia della crisi, e rappresenta uno
degli esempi più significativi della nuova narrativa siriana che, infrangendo
gli antichi tabù, si impegna a resuscitare la memoria di due decenni di storia
siriana segnata dalla brutalità della repressione.
Molto interessante e significativa la radiografia della
condizione femminile in Siria, e, in particolare, a Damasco: diversamente da
altri Paesi arabi, in Siria sono presenti, e abituate alla convivenza, diverse
confessioni religiose, fatto che ha reso l’emancipazione femminile più facile e
veloce rispetto ad altre zone del mondo arabo. Il romanzo ci mostra infatti
donne che lavorano, che si dedicano alla militanza politica, che preferiscono
la carriera alla famiglia tradizionale, che vivono relazioni amorose e sessuali
al di fuori del matrimonio, in uno scenario piuttosto simile a quello di un
paese occidentale, assolutamente inconcepibile in altre aree del mondo arabo.
Carattere notevole
della letteratura siriana degli ultimi anni è proprio l’attenzione rivolta ai
risvolti sessuali dell’esistenza, indagati con lucidità sistematica, come
strumento per comprendere le motivazioni, le pulsioni e le aspirazioni degli
individui.
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